Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
siamo giusti, io non l'ho!) per non farsi leggere parlando di usanze popolari, domestiche, contadinesche, di novelle di briganti, pastori e simili
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
straordinario talento! Io per la parte mia - e non mi credo un Salomone per questo - ho sempre trovato, esaminandomi, che per quanto potessi immaginare
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
conchiudere, e qual via si vuol tenere, ha pur bisognato che mi decidessi su questi punti; e gira rigira, non ho trovato che buio. Per la prima m'era venuta
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
Cinquecento tal e quale. Ho presente che in quell'occasione mi tornò in memoria un passo della vita di Benvenuto Cellini, ove narra una circostanza simile
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
, ma perché ho fatte permanenze di mesi e mesi, e perché ero divenuto talmente intimo colle persone di casa da essere considerato e potermi senza
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
cedere alla tentazione d'ornarla un tantino, ci vuol una gran virtú in uno scrittore. Questa virtú io l'ho... Lei ride, e dice che mi vanto! Prima di
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
diritto di sentirsi stanco da non poterne piú. Quanto a me, so che le vere stanchezze non le ho provate che studiando dal vero in quel clima infuocato